Progetto Llambina
L’accoglienza come opportunità
Il Progetto Llambina accoglie donne che hanno vissuto l’esperienza del traffico internazionale e della tratta. Alcune sono state sfruttate come prostitute sulle strade italiane, alcune nei locali notturni, altre in appartamenti nascosti. Sono donne piene di vita e di energie, ma il loro equilibrio affettivo ed emotivo, insieme alla capacità di costruire relazioni affettive, è spesso sconvolto.
Quello che l’èquipe degli operatori cerca di offrire a queste donne è soprattutto l’accoglienza: a volte parliamo di accoglienza, a volte parliamo di “integrazione sociale” o di reinserimento, ma dopo questi anni di esperienza si parla sempre più spesso di “dare opportunità”. Opportunità di scelta e di autodeterminazione a persone, donne giovani, e giovanissime, che sono state costrette a situazioni di grave limitazione della libertà personale, di coercizione e di violenza. Opportunità significa anche offrire informazioni, ridurre la differenza tra le informazioni e la cultura sulle quali il nostro mondo è costruito e le loro culture d’origine.
Per chi si avvicina per la prima volta a questa tematica, anche come operatore, quello che colpisce è il tempo lunghissimo necessario per liberarsi degli stereotipi, sia quelli positivi che quelli negativi; solo con l’ascolto della persona, il rispetto del suo percorso migratorio e il riconoscimento dei suoi bisogni, si riesce a dare delle risposte, a diventare facilitatori nel percorso di autonomia.
Il primo periodo di accoglienza ha l’obiettivo di creare questo clima di fiducia e di far emergere risorse personali e costruire progettualità; molta attenzione è dedicata durante le prime settimane agli aspetti di tutela e prevenzione sanitaria e psicologica, in particolar modo per l’acquisizione di abitudini alimentari regolari ed equilibrate, aree d’attenzione sulle quali l’èquipe degli operatori cerca di lavorare il più possibile. Contemporaneamente e in maniera sempre più intensa si lavora attorno alle capacità e attitudini lavorative per costruire un percorso verso l’individuazione di un lavoro autonomo e regolare o un inserimento con lo strumento del tirocinio formativo in aziende di tipo produttivo. Accanto a queste aree di operatività principali si aggiungono altri aspetti importanti della quotidianità: il lavoro di apprendimento o perfezionamento della lingua italiana, gli adempimenti legati all’ottenimento del permesso di soggiorno e di alcuni documenti essenziali per una piena integrazione lavorativa e sociale, la conoscenza del territorio e lo sviluppo di relazioni sociali e affettive alla pari. L’accoglienza si conclude con l’autonomia della persona, con l’acquisizione da parte della persona di capacità e informazioni che possono essere molto differenziate e con la creazione, con e attorno alla persona, di una rete di figure e istituzioni che possano essere un punto di riferimento stabile per una piena integrazione sociale.
Il progetto ha avuto la sua prima sede in un appartamento presso Casa l’Approdo, ma successivamente ha trovato un nuovo “nido” per crescere e migliorare, sotto la forma di un appartamento in un condominio in città, al quale successivamente si è affiancato un secondo appartamento più piccolo per la sperimentazione dell’autonomia. Questo passaggio verso l’individuazione di una sede autonoma, ha portato molti effetti positivi sul gruppo di donne accolte dal progetto, soprattutto per la soddisfazione di essere coinvolte in un cambiamento così importante e l’assegnazione di responsabilità nuove e più adulte.
Il Progetto Llambina viene finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento tramite il Cinformi in collaborazione col Comune di Rovereto. E dal Bando Ministeriale art. 13 e art. 18 in collaborazione con il Progetto Alba della Provincia di Bolzano, realizzando anche preziose sinergie operative.
Dal 2017 la Cooperativa ha affiancato al progetto Llambina anche l’attività in ambito prostituzione e tratta dell’“Unità di Strada Aquilone”.
Si è lavorato perché questo progetto sia sempre più integrato con il Progetto Llambina e lavori inoltre in stretto contatto con il coordinamento tratta provinciale che fa capo al “Progetto Alba”.
PROGETTO ALBA
ALBA è un progetto antitratta che prevede un percorso di emersione, assistenza, integrazione sociale per persone vittime di tratta e/o grave sfruttamento che si trovano in condizioni di vulnerabilità personale ed emarginazione sociale.
Il progetto è attivo in Trentino Alto Adige dal 2003 su impulso della Provincia Autonoma di Bolzano – Ufficio famiglia, donna e gioventù (adesso Ufficio per la Tutela dei minori e l’inclusione sociale) -, grazie a dispositivi di Legge (art. 13 DL 228/03, art. 18 DL 286/98) che prevendono la realizzazione di progetti di assistenza e protezione sociale con l’obiettivo dell’inserimento socio-lavorativo per persone vittime di tratta e sfruttamento.